Emanuele Magri
Emanuele Magri insegna Storia dell'Arte a
Milano. Dal 2007 scrive dall'estero per Juliet art
Magazine.
Dagli anni settanta si occupa di scrittura e arti
visive. Ha creato mondi tassonomicamente definiti, nei quali
sperimenta l’autoreferenzialità del linguaggio, come “La Setta
delle S’arte” nella quale i vestiti rituali sono fatti partendo
da parole con più significati, il “Trattato di artologia
genetica” in cui si configura una serie di piante ottenute da
innesti di organi umani, di occhi, mani, bocche, ecc, e il
progetto “Fandonia” una città in cui tutto è doppio e ibrido.
Ha sviluppato gli oggetti-parola Bandierine (dal 1990) e gli
Stendardi (dal 1992), i corpi-parola e vestiti-parola
dell’universo parallelo de “La setta delle S’Arte” (dal 1995,
con utilizzo di sciarade, palindromi, falsi vezzeggiativi), gli
Oracoli Corporali (dal 2000, rebus con parole che indicano parti
del corpo). Distopicus Garden, un progetto sull’ingegneria
genetica che si avvale, per le varie fasi, di computer grafica,
installazione, fotografia, video, poesia. |